giovedì 27 dicembre 2018
4° round - Se ti manca la parola...
Prendendo in mano un qualunque testo scolastico, ma anche cimentandosi con una
pagina di quotidiano o con un breve saggio sarà facile rintracciare, tra i termini
utilizzati, tecnicismi, prestiti linguistici, parole derivanti dal greco e dal latino.
Se è vero che ridurre tutto a “buono, brutto, bello o cattivo” limita ed appiattisce i
nostri scritti, è altrettanto vero che la proprietà lessicale nello scritto e nel parlato è
una dote che si può acquisire. La memorizzazione di alcuni termini, il riconoscimento
di prefissi e suffissi e la lettura di testi articolati e settoriali, aiutano
nell’arricchimento del linguaggio.
Se ti manca la parola… non sarà difficile trovarla.
Questa lezione è tata ideata e tenuta dalla prof.ssa Valentina Bordin. I materiali sono disponibili su richiesta contattando la docente o lasciando una richiesta in calce a questo post.
giovedì 22 novembre 2018
3° Round - Sei connesso?
Nell’èra della comunicazione veloce di smartphone, chat e social network, dove le
stringhe di frasi sono brevi e quasi mai si “torna indietro” a vedere quanto è stato
scritto o letto, abbiamo voluto fare una riflessione sui nessi tra le varie frasi del
discorso: i connettivi.
Indispensabili nella scrittura argomentativa ed espositiva, i connettivi aiutano il
nostro lettore a seguire il filo logico di quanto stiamo scrivendo; essi esplicitano le
connessioni avvenute nella nostra mente.
Molto più di un banale “poi” o “quindi” inseriti ad inizio frase, abbiamo cercato di
snodare frasi e concetti con la più ampia gamma di connettivi possibile.
Per visualizzare la presentazione di questa lezione, clicca qui!
Questa lezione è stata ideata e tenuta dalla prof.ssa Valentina Bordin
martedì 6 novembre 2018
2° round - Prof, la prego, non mi viene niente!
Chi ha paura del tema di italiano?
Di tutti i problemi che angosciano gli studenti alle prese con la scrittura scolastica ce n’è uno che sembra davvero non risparmiare neppure il più disinvolto: la vertigine della pagina bianca! Anche fra i ragazzi che più si sentono portati ad esprimere le loro idee in forma scritta, ben difficilmente si troverà qualcuno che non abbia provato il disagio del tempo che trascorre mentre il pensiero si ingarbuglia su se stesso. In questi casi, la frustrazione cresce e rende la partita sempre più difficile. La tentazione di gettare la spugna e consegnare in bianco può diventare grande. Anche quando la resa viene scongiurata, il rischio è quello di riempire le pagine di frasi generiche, di dilatare innaturalmente la grafia e di andare a capo più volte del necessario.
Questa sgradevole esperienza spinge molti a chiudere i rapporti con la scrittura non appena possibile, e li convince che scrivere è una pratica faticosa e irritante, o per cui non sono dotati. Ciò, ovviamente, non è vero quasi mai.
Molti studenti lamentano che le condizioni in cui la scrittura viene coltivata a scuola non aiutano: un tema imposto, un tempo tassativo entro il quale concludere, un registro per lo più formale produrrebbero il tanto temuto ‘effetto blocco’. D’altro canto è giusto che uno studente si misuri con i propri limiti, che si metta alla prova su argomenti difficili e che produca un risultato concreto in tempi certi.
È dunque impossibile trovare una soluzione? Forse no.
In questo modulo cercheremo di illustrare alcune semplici strategie che aiutano a superare l’angoscia della pagina bianca e a creare le condizioni perché il pensiero affiori senza sforzo, naturalmente. Piccole astuzie per riportare gli sguardi degli studenti, persi nel vuoto alla ricerca dell’ispirazione, ad una pagina piena zeppa, formicolante di parole.
giovedì 25 ottobre 2018
1° Round - Scrivere semplice e chiaro
Tutti sappiamo che cos'è lo stile. In ogni campo della vita, lo stile è espressione di carattere e unicità. Una persona che ha stile ha un suo modo particolare di presentarsi agli altri che la rende inconfondibile. Allo stile attribuiamo qualità che tutti vorremmo avere, come l’eleganza, la naturalezza, la spontaneità e l’originalità. Lo stile è armonia e può essere paragonato ad un edificio ben progettato, dove ogni struttura ha una precisa funzione che si coglie a colpo d’occhio, e di superfluo non c’è proprio niente.
Anche se può sembrare assurdo, quasi tutti gli studenti alle prese con un compito di italiano nutrono l’aspirazione di scrivere ‘con stile’. Non solo buttare giù qualche idea in un modo più o meno comprensibile, ma scrivere almeno qualche bella frase che, con il suo ritmo, soddisfi l’orecchio, riempia la pagina e faccia sentire orgogliosi di sé.
Peccato che la gran parte di loro abbia in mente modelli completamente sbagliati. Per quasi tutti scrivere bene significa scrivere frasi lunghissime, composte da 60, 70, 80 parole, con una quantità imprecisata di verbi, una selva intricata di tempi e pochissima punteggiatura. Adorano lo stile burocratico, con le sue formule asettiche e irrigidite tipiche della modulistica (i vari quant’altro, si veda sopra, con la presente, in oggetto, il/la amico/a, ecc.). Gli studenti si aggrappano ad espressioni antiquate, di cui disconoscono il significato, come a benedette zattere della salvezza: qualsivoglia, vi sono, orbene, ancorché, codesto ecc. Lo si vede in particolare negli incipit, cioè nelle frasi di inizio di un compito: degli sproloqui senza fine, che rappresentano quasi sempre un perfetto esempio di come non si dovrebbe scrivere.
Nasce da qui l’esigenza di chiarire una volta per tutte qual è il modello di stile che dovremmo perseguire. E di fornire una serie di consigli semplici e pratici per evitare di cadere in errori tanto comuni.
La parola magica potrebbe essere ‘concinnitas’: questo vocabolo latino, che ha cambiato di significato nel corso della storia, ha ad un certo punto indicato proprio le qualità di uno stile semplice e chiaro. ‘Semplice’ in quanto rigoroso nella sua organizzazione interna (rispetta gli standard grammaticali) ed ‘economico’ nell’uso delle parole (solo quelle che servono). ‘Chiaro’ nel senso di ‘elegante’ ed ‘armonioso’ nella percezione di chi legge. Insomma, quella che - per volare un po’ più basso - un tempo si definiva una ‘forma scorrevole’, che era un piacere da leggere, e nella quale ci imbattiamo sempre più di rado.
Per visualizzare la presentazione di questa lezione, clicca qui!
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